Dall’Oppio dei Popoli a Nuovo Mercato in espansione la distanza è veramente poca.
Fin dall’infanzia mi hanno ripetuto in più occasioni “non credere a quello che ti dicono”. Sarà una memoria di Schopenauer, ma la realtà che viviamo non si rivela completamente a quelli che la occupano.
Ma andiamo con ordine.
Negli ultimi mesi ho raccontato di come diversi aspetti della psiche e della società umana vengano perversi dalla cultura imperante, quella dell’ego a tutti i costi.
Siamo unici ma non rari.
E questo rende difficile riconoscere le nostre unicità: l’essere umano ragiona per categorie (alto, basso, bello, brutto, io, gli altri, ecc…) come può l’eccezionalità essere riconosciuta e promossa come valore, se non è sempre categorizzabile, dunque riconoscibile? Se quello che ci caratterizza non è facilmente individuabile, l’essere umano scompare nella somma di tutte le similitudini con il prossimo; dunque l’unica possibile realizzazione è scomparire in un gruppo di appartenenza. In altre parole, se quello che ti rende unico non appare o non è accettabile dalla massa, quali scelte rimangono se non diventare parte della stessa con ogni mezzo? E negare sé stessi quanto può far male, sul lungo periodo? Quanta tristezza e disperazione genera?
E’ in questo contesto che si innesta il mercato della speranza, ovvero una forma sottile di manipolazione che imperversa ovunque, partendo dall’alto (le campagne elettorali) arrivando fino al basso (le relazioni di comune esperienza).
Cos’è la speranza? Possiamo ridurre il concetto nell’attesa fiduciosa di un qualche evento positivo. In passato questo concetto era utilizzato dalle religioni in relazione all’aldilà, alla possibilità che nella vita ultraterrena ci fosse quell’evento positivo tanto sperato nella vita mortale. In pratica era una dolce ninna nanna in attesa della morte.
Ora questo concetto si è evoluto – essendosi evoluta la civiltà. Ed è diventato oggetto di vendita. Chi lo domina può essere in grado di conquistare i popoli; sembra un’esagerazione, ma bisogna capire appieno il potere della disperazione, suo contrario.
Nella mancanza di speranza si afferma in maniera più o meno implicita: le cose non cambieranno mai. Questa è la realtà, non posso farci niente. Mi arrendo.
In questa resa possono entrare anche tutta una serie di elementi latenti nella propria mente: psicopatia, crudeltà, sadismo e molto altro.
Questo è il sonno della ragione.
Questa è la fabbrica dei mostri.
Ma basta una piccola goccia di speranza e questa fabbrica interrompe la sua produzione – seppur per poco tempo. Basta una goccia di tanto in tanto. E quella goccia vale più di Dio per il Papa.
Essendo peggio di una droga, si farebbe di tutto pur di assaggiarne anche solo una goccia ancora, e ancora, e ancora.
Chi domina la speranza domina il mondo.
Chi vuole dominare il mondo?
Liberi di speculare su chi abbia queste velleità, la domanda più interessante è perché qualcuno dovrebbe voler dominare il mondo?
Non so se esistano “i poteri forti” ma è chiaro che chiunque usi la speranza come un mezzo è vittima del meccanismo di cui sopra. E, nella speranza che qualcosa al proprio interno venga sanata, cerca il dominio sul prossimo.
Sono pochi gli psicopatici, persone biologicamente incapaci di comprendere questo innato bisogno, ma sono molte le persone vittima del mercato della speranza.
Io ho avuto l’onore di esserlo e lo sono tutt’ora.
Ma almeno ho bruciato la fidelity card.