Io non seguo la politica italiana e me ne dispiaccio
Così come ogni persona dotata di raziocinio interrompe la visione di Lost alla Terza Stagione, io non riesco a seguire le vicende della politica italiana.
La ragione? L’ Undicesima Stagione di X Files: Oramai l’approccio più sensato alla politica è paragonarla ad una serie tv.
Ogni nuovo governo è come l’inizio di una nuova stagione con una trama avvincente, dove i personaggi vengono ulteriormente definiti da sfumature e dettagli.
Così come la prima stagione di X Files è stata travolgente, portando i giovani degli anni ’90 a discutere sulla complottistica aliena, così gli anni post-berlusconiani ci hanno travolto con una serie di emozioni contrastranti, concentrando l’attenzione della discussione sulla Casta dei Politici.
Considerata l’analisi narrativologica seriale come unica sensata, ecco a voi lo sviluppo del “Governo Italiano”, la prima serie che va avanti anche se non la guardi (cit.)
Dopo il bordello di Silvio iniziano una sequenza di stagioni molto interessanti alternate a stagioni noiosissime:
Season 1 – “Lacrime e Sangue”: uno spietato Monti con il suo consorzio di Professori rimette a posto l’economia italiana sulle spalle del popolo. Prevedibile, mi sarei stupito se si fosse concentrato sul portare l’Italia su Marte.
Una Stagione al Cardiopalmo, dalla tensione palpabile, ma senza particolare creatività.
Season 2 – “Pugnalata alle Spalle”: Letta sale al governo per essere sostituito dall’amico fraterno Matteo. Ricordi cosa ha fatto Letta? No? Manco lui.
La noia che caratterizza questa stagione è totale, ma viene travolta dal colpo di scena finale.
Season 3 – “Sia Fatta la Mia Volontà”: Renzi sale al governo e fa una serie di provvedimenti di destra e di sinistra per confondere le acque, ricordando al pubblico che il PD è dei giovani. Vien da domandarsi se i giovani siano confusi come la politica del PD.
Disgraziatamente questa linea ha distrutto la possibilità di far governare ulteriormente l’Italia ai giovani – o anche solo di farli restare in Italia. (Piccola chicca: l’Italia nel 2017 era l’ ottavo paese al mondo per emigrazione?)
Di sicuro uno dei momenti più alti delle stagioni politiche italiane. Colpi di scena, romantiche vicissitudini, litigate spaventose disgraziatamente non supportate da un finale sufficientemente interessante. Altro problema: il protagonista della stagione ha provocato più di un sopracciglio alzato nel pubblico.
Season 4 – “Il Terzo Uomo”: Gentiloni va al governo e prepara il campo a quelle elezioni politiche che tutta la popolazione aspettava da tempo.
Chiaramente una stagione di passaggio volta a preparare il terreno per una serie di mutamenti.
Season 5 – “La Ruspa e La Rete”. In atto. La sfida tra i più grandi comunicatori della politica è iniziata. Cosa accadrà?
Niente.
Il Governo del Cambiamento non sta cambiando niente. Come nell’undicesima stagione di X Files.
Forse nell’impossibilità di cambiare realmente le cose, questo governo ha poche idee ma confuse.
La politica italiana è più vicina all’epica che al popolo. Per questo alcuni (i supereroi) si sentono più rappresentati di altri (i poveri stronzi).
Come una serie televisiva esiste essenzialmente per vendere gli spazi pubblicitari contenuti all’interno di essa, la politica attuale ha senso solo se concepita come spazio pubblicitario per la prossima campagna acquisti detta elezioni (cit. Frankie Hi Nrg Mc).
Che il Governo del Cambiamento sia solo un enorme spot pubblicitario per far ottenere ad uno dei partiti la maggioranza assoluta?
Non so voi, ma io la pubblicità la metto in muto, anche perché ce n’è veramente tanta.
Il dubbio è che non ci sia altro al di fuori di essa.