“Noi Rendiamo il Cervello Perfetto prima di Farlo Saltare in Aria”
Alla base di qualsiasi testo letterario moderno ogni autore – per quanto insignificante – deve chinare la propria testa di fronte a Eric Arthur Blair (George Orwell) per la capacità di immaginare e di raccontare lo squallore umano usando la bellezza.
In pochi sono riusciti a raccontare l’orrore con lo splendore.
Nel suo 1984 tocca vette di cinica bellezza epurando la natura umana da una qualsiasi redenzione. L’unica pecca nel suo capolavoro è impedire alla speranza il ruolo che avrebbe dovuto avere sempre nella storia dell’umanità: se in passato la promessa di una redenzione nell’oltretomba era fondamentale per mantenere le masse calme, ora la speranza può assumere il ruolo di faro nella notte che le spetta di diritto.
Abbiamo i mezzi per sopravvivere al futuro, ma preferiamo rinchiuderci in bagno a consolare la tristezza della nostra vita mangiando un panetto di burro piangendo sotto la doccia – triste, vero?
Nelle mani di chiunque, racchiuse nei cellulari, c’è il mondo alla portata di un dito. I livelli di scolarizzazione medi ci potrebbero permettere di parlare con almeno un terzo della popolazione umana attualmente presente sul pianeta. Con il corretto utilizzo delle risorse a nostra disposizione ci sarebbe cibo ed acqua in abbondanza per chiunque.
Il mondo ha tutte le possibilità per non far schifo.
Ma l’umanità applica tutte le capacità per provare disgusto di sé.
Un esempio semplice: vi è mai capitato di conoscere persone perfettamente in pace con sé stesse? Illuminate, sotto certi aspetti? Ecco, quel tipo di individui, rarità in un mare di folli, amano farsi i ca**i loro. Perché hanno vinto su di sé e sul mondo.
Come ce l’hanno fatta? Aprendo gli occhi.
Partiamo da un semplice esempio di attualità: Il ministro dell’Interno ha deciso di garantire la cittadinanza italiana ad un bambino che, durante un attentato alla sicurezza di suoi coetanei, ha chiamato i carabinieri.
E’ ben noto l’amore del sopracitato ministro per la popolazione italiana, meno per quella straniera.
Seguendo la sua pagina Facebook, un capolavoro della comunicazione cerchiobottista, non viene mai scritto chiaramente che la cittadinanza verrà data a Ramy, ma se ne parla come una possibilità dopo numerosi controlli (almeno fino al 27/03/2019, data di redazione dell’articolo. Tra l’altro è probabile che venga detto in una delle dirette, ma abbiate pietà, non guardo le dirette di chi mi interessa, figuriamoci le sue).
Ora viene il bello: dare la cittadinanza a qualcuno sulla base di una casualità è un’ingiustizia senza eguali nei confronti degli altri nella stessa situazione. Ma è un ottimo spot per il governo cerchiobottista che si fa pubblicità. Questo evento non è altro che l’ennesimo spot pubblicitario per dimostrare quanto la politica sia dalla parte della giustizia e non quanto sia dalla parte della convenienza.
Quanta fatica per guadagnare esclusivamente 20.000€ al mese, vero?
E, così come siamo consci che la Coca Cola è tossica ma zuccherata come il culo di un ape, così tutti noi sappiamo che i politici fanno quello che a loro vien meglio: sfruttano le situazioni per aumentare il loro consenso.
Aprendo gli occhi ci si rende conto solo che questo governo ha affinato una tecnica in auge dall’antica Roma. L’unica differenza è che a quel tempo se facevi cazzate ti davano in pasto ai leoni.
Capire quanto l’azione di sopra sia riprovevole non vuol dire giudicarla ma comprendere le motivazioni che la spingono. Qualsiasi abitante di questo pianeta ha commesso azioni pessime per ragioni abbiette, magari più futili (mantenere il potere è una ragione quanto meno sensata – esistono numerose circostanze dove le azioni sono completamente casuali).
Siamo tutti merda, ma è dalla merda che nascono i fiori, le piante, la frutta, insomma la vita.
Da qui l’incipit del Manuale D’Istruzioni per l’apertura degli occhi nei confronti di sé stessi e del mondo. Il tutto parte con un invito che l’autore rivolge a sé stesso in primis, ma è più che felice di diffondere al mondo: Non abbandoniamo noi stessi abituandoci alla bellezza! Non stupiamoci per lo squallore! Combattiamo per la verità, in primis quella individuale chiamata onestà intellettuale!
L’unica rivoluzione che possiamo permetterci siamo noi stessi!