Platone e una content creator

Pierpaolo Bonante
Pierpaolo Bonante
Platone e una content creator
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Un dialogo fra passato e presente

Giorgia: “Ma buongiornissimo ragazzi, buongiornissimo a tutti. Benvenuti in questa nuova puntata de: “La vita secondo La Giorgia”. Come anticipato nelle mie stories su TikTok sono qui per raccontarvi il sogno da brividi, che ha dell’incredibile, fatto qualche giorno fa…

Prima, però, vi ricordo di attivare la campanellina delle notifiche per essere sempre aggiornati e di seguirmi ogni lunedì, alle 14, per una nuova puntata…vai con la sigla”

SIGLA “LA VITA SECONDO LA GIORGIA”

Giorgia : “L’altro giorno ero in Piazza San Marco a Venezia… ho scattato una foto del tramonto e, una volta tornata in hotel, ho cercato una frase ad effetto tra gli aforismi da mettere come descrizione sotto al post. Scorrendo, scorrendo ho trovato questa frase “Le parole false non sono solo male in sé stesse ma infettano l’anima con il male” (Platone, Fedro) … dato che volevo lanciare una frecciatina alla mia crush, ho deciso di inserirla e di postare, ignara di quello che mi sarebbe accaduto nella notte.

Dopo ape e cenettina con vista tra amiche, molto chill, mi sono coricata. Va bene che forse ho un po’ esagerato con gli spritz e con il cibo, non sono abituata a sgarrare in settimana…ma ad un certo punto, nel mio sogno, vedo che si avvicina un uomo…un po’ anzianotto, fuori forma, pure stempiato e…non portava nemmeno un trend “primavera 2024”. Ha iniziato a parlarmi con un linguaggio tutto strano…chi lo capiva?? Mi dice pure che si chiama Platone…e chi lo conosce??

A parte che si, okay, un filosofo dell’antica Grecia…quello del mondo delle idee…ma perché proprio a me? …Solo dopo un po’ iniziai a capire e, sinceramente, avrei preferito che mi fosse apparso qualcun altro: non so, Raul Bova…Ben Affleck…ci siamo capite!

Ha esordito dicendomi che non avrei MAI dovuto utilizzare la sua citazione per il mio post, ma chi sapeva che era sua? E inizia così, il nostro lungo dibattito sulle nostre epoche e professioni, se si possono definire tali.

Platone: “Come osi, tu, utilizzare il termine “parola” sotto un’immagine e soprattutto perché lo hai fatto?”

Giorgia: “Punto primo, non sapevo che l’avessi scritta tu e, anche fosse, oggigiorno si fa così. Secondo, era per far vedere alla mia crush che ho una vita sociale e movimentata, nonostante lui non mi si fili…ma tu che ne sai, sei troppo vecchio per capire come funziona il mondo di adesso”.

Platone: “Non è detto però che sia migliore… ad esempio, se non è un inizio di innamoramento, non potresti dirglielo di persona? Anziché ridurre tutto a queste immagini e a questi apparecchi moderni?”

Giorgia: “Si chiamano smartphone e servono per essere connessi con tutto il mondo e in ogni momento della giornata. Ormai postiamo immagini e video per condividere la nostra vita con gli altri e, tramite la descrizione scritta, vogliamo comunicare noi stessi”.

Platone: “Povero mondo, dove siamo finiti? Nel peggiore dei miei incubi in cui le immagini hanno preso il sopravvento e della parola non resta altro che essere la sua sottomessa.

Io ho sempre creduto nel primato della parola e nel suo essere “autentica”. Mi sembra che voi siate immersi in una grande finzione e non ve ne state rendendo conto…l’immagine è di per sé ingannevole e ambigua. Per farti comprendere meglio, ti cito una mia frase tratta dai dialoghi presenti nel Sofista: “Vi sono opere che appaiono belle proprio in quanto osservate da un punto di vista che non è quello della bellezza originale; ma se uno avesse la possibilità di vederle come esse sono realmente, è probabile che non risulterebbero nemmeno somiglianti al modello”(Sofista, 235d-235e).

Giorgia: “Ma che dici? Non capisco dove tu voglia andare a parare con questo discorsone, spiegati meglio”.

Platone: “Sei proprio sicura che tutto quello che vedi sia la realtà? Pensa anche a te, quello che «posti», come dici tu, corrisponde davvero alla tua reale quotidianità e ai tuoi stati d’animo?”

Giorgia: “Quindi mi stai dicendo che ciò che le persone pubblicano sui social non corrisponde alla realtà?”

Platone: “Mi sembra di capire che i social non siano altro che immagini e video e voi non fate che essere quotidianamente immersi in una “illusione percettiva”. “Questo infatti è proprio l’obiettivo delle immagini: fare in modo che ciò che si ha davanti venga scambiato per qualcosa di esistente per simulare la realtà” (Antinucci, 2011, pag. 160).

Giorgia: “Io non simulo la realtà!! Non saprei gli altri, ma io di sicuro mi mostro sempre per quella che sono! Ed è per questo che i miei followers mi amano, soprattutto da quando racconto la mia vita sui canali podcast”.

Platone:Non saprei gli altri”, è un buon presupposto per riflettere su cosa c’è dietro l’immagine che si vede: è reale o nasconde della finzione? Tu sei sicura di quello che pubblichi tu… ma non puoi sapere cosa c’è dietro a quello che condividono gli altri. Solo la parola esprime autenticità. Non sarà forse per questo che tu hai scelto la parola parlata per comunicare?

Giorgia: “Mm sì…effettivamente nel podcast uso la voce…le parole…e la gente mi segue! E mi ascolta! E sono anche in tanti! E lì, l’immagine non c’è a differenza degli altri canali social. Forse l’immagine non è poi l’unico strumento per attirare gli altri…”.

Platone: “Guarda che i followers, come li chiami tu, li ho avuti anche io…e li ho ancora adesso, tanto che tu mi hai citato sotto al post. E mi seguivano solo per l’oralità e per la parola e, ancora oggi, le cose che ho scritto sono rimaste nel tempo. Chissà se le immagini e i social odierni dureranno nel tempo? E chissà se manterrai i tuoi followers con il passare dei secoli, come ho fatto io? Perché sai, il problema delle immagini e dei mezzi di comunicazione di oggi è proprio l’instabilità, la precarietà e l’obsolescenza”.

Giorgia: “Non avevo mai pensato a questo aspetto e devo ammettere che in parte hai ragione. Però non è che le immagini e i social sono sempre e solo il male: vorrei farti riflettere su un aspetto positivo dei social legato all’immagine, sempre se me lo permetti eh”.

Platone: “Sono contento della riflessione che abbiamo fatto insieme e della tua messa in discussione. Sono aperto al dialogo e accolgo la tua richiesta”.

Giorgia: “Forse tu non sai ma, durante la pandemia di Covid-19, le immagini e tutta la tecnologia sono stati indispensabili. Infatti senza di queste, non ci sarebbe potuta essere una relazione tra le persone e l’insegnamento non sarebbe potuto proseguire. Infatti è stata creata la DAD: didattica a distanza. Veniva erogato l’insegnamento attraverso l’uso di slides, video, registrazioni e gli studenti potevano seguire le lezioni da casa collegandosi tramite dispositivi digitali. Non pensi che in questo caso l’immagine abbia avuto un ruolo fondamentale?”

Platone: “Probabilmente hai ragione ma la parola rimane sempre razionale mentre l’immagine non produce originali, ma misere copie delle idee”.

Giorgia: “Esagerato! L’ immagine ti fa suscitare emozioni e sensazioni, puoi rivivere un ricordo, anche a distanza di tempo o puoi comunicare ciò che non riesci con le parole. Ma è anche vero che siamo talmente immersi all’interno delle immagini sui social che queste ci allontanano dalla nostra unicità: quante volte usiamo filtri o ritocchiamo le nostre foto da postare per paura di non piacere agli altri o di non raggiungere abbastanza like? Il primato è delle immagini ma sta a noi farne un uso corretto per non cadere nella loro trappola, come accade con il fenomeno del cyberbullismo o con i cosiddetti “leoni da tastiera” che, nascondendosi dietro a un dispositivo digitale, aggrediscono con le parole gli altri anche a causa delle immagini, non permettendo a queste persone di difendersi.  

Platone: Vedi Giorgia, come cito all’interno del mio famosissimo “Mito della caverna”, possiamo paragonare i social a una prigione da cui è difficile vedere il sole, ovvero la realtà delle cose e voi siete perciò costretti a osservarne solo le ombre. Ma è possibile trovare la via d’uscita…sta a voi cercarla. 

Giorgia: Beh, dopo questa affermazione, Platone sparì nell’orizzonte.

Bene miei cari followers, ho deciso di raccontarvi questa esperienza mistica per lasciarvi con una piccola riflessione sul mondo di oggi e che dire, vi aspetto nei dm di Instagram per leggere cosa avreste risposto voi a Platone se foste stati al posto mio. Vi aspetto sempre qui, lunedì prossimo, mi raccomando non mancate! Baciiiiii”. 

BIBLIOGRAFIA

Antinucci F., Parola e immagine. Storia di due tecnologie, Roma – Bari, Laterza, 2011

Pezzano G., D1git4l-m3nte. Antropologia filosofica e umanità digitale, Milano FrancoAngeli, 2024

Platone, Fedro

Platone, Sofista, 235d-235e

Platone, Repubblica 

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